LE BALLET MÉCANIQUE
(Fra/1924) di Fernand Léger (19′)

Partitura di George Antheil, eseguita dal vivo dall’ensemble Sentieri selvaggi diretto da Carlo Boccadoro

SENTIERI SELVAGGI
Andrea Rebaudengo, pianoforte
Andrea Dindo, pianoforte
Paolo Gorini, pianoforte
Valentina Messa, pianoforte
Andrea Dulbecco, percussioni
Lorenzo D’Erasmo, percussioni
Fabio Giannotti, percussioni
Luca Gusella, percussioni
Elio Marchesini, percussioni
Marta Soggetti, percussioni
Davide Curiale, percussioni
Giampiero Pisani, percussioni
Davide Bresciani, percussioni
Carlo Boccadoro, direttore


R
egia: Fernand Léger. Fotografia: Dudley Murphy. Montaggio: Fernand Léger, Dudley Murphy. Musica: George Antheil. Interpreti: Kiki de Montparnasse, Katherine Murphy, Dudley Murphy. Durata: 19′
Copia proveniente da Fondazione Cineteca di Bologna e EYE Filmmuseum

La storia dei film d’avanguardia è assai semplice. È una reazione diretta contro i film con sceneggiatura e attori. È la fantasie il gioco opposti all’ordine commerciale degli altri. Non è tutto. È la rivincita deipittori e dei poeti. […] Il cinema mi faceva girare la testa. Nel 1923, avevo qualche amico nell’ambiente ed ero tanto attratto dalle pellicole che avevo rinunciato a dipingere. Tutto cominciò quando vidi i primi piani di La Roue di Abel Gance. […] Qualunque cosa sia il Ballet mécanique lo scopo è evadere dallamedietà, liberarsi dei pesi morti che sono la ragion d’essere degli altri.Affrancarsi dagli elementi che non sono puramente cinematografici. Lasciare correre la fantasia con tutti i suoi rischi, creare l’avventura sullo schermo come essa si crea ogni giorno in pittura e in poesia.

(Fernand Léger)

La partitura originale di George Antheil richiedeva 16 pianoforti a rullo, un insieme di strumenti a percussione, due pianisti una sirena, eliche d’aereo e campanelli elettrici. Antheil descrisse il suo lavoro come “il primo brano di musica sulla terra scritto per delle macchine”, il cui programma “dovrebbe essere cercato nello splendore mistico e barbarico della civiltà moderna”. Nel 1952 Antheil produsse una revisione della sua opera per permetterne l’esecuzione a un’orchestra ‘regolare’. L’organico di Sentieri selvaggi, per 4 pianoforti e percussioni (2 xilofoni, 1 glockenspiel, 5 timpani, 2 electric bells, 1 gong, 1 piatto, 1 tamburo militare, 1 triangolo, 1 wood block, 1 tenor drum, 1 gran cassa), prevede anche due motori d’aereo o, quanto meno, il loro suono.

Maggiori informazioni