Diritto di espressione 2
Henryk Mikolaj Górecki, Little Fantasia
Giya Kancheli, Nach dem Weinen
Arvo Pärt, Mozart-Adagio
Dimitri Yanov-Yanovsky, Solo
Alfred Schnittke, Sonata n. 2 per violoncello e pianoforte
Tigran Mansurian, Cinque Bagatelle
Ensemble Sentieri selvaggi
Piercarlo Sacco, violino
Aya Shimura, violoncello
Andrea Rebaudengo, pianoforte
Gli autori presentati questa sera hanno quasi tutti vissuto, o vivono tuttora, sotto regimi che ne limitano l’esistenza e, inevitabilmente, intaccano la loro libertà di espressione. Alla base della produzione di Górecki vi è la ricerca della semplicità e dall’autenticità contrassegnata in gran parte da suggestioni folkloriche e religiose, ben lontane dai dettami del realismo socialista con cui si è dovuto confrontare in Polonia. Anche per Giya Kancheli l’ispirazione religiosa è dominante e si manifesta con suoni rarefatti e suggestive evocazioni di un passato lontanissimo. A causa delle tensioni correnti in Georgia, suo paese natale, Kancheli è esiliato in Belgio.
La musica di Arvo Pärt è stata influenzata dalla fede e dalla tradizione ortodossa e il compositore estone ha per questo subìto sulla propria pelle la negazione alla libera espressione: è stato infatti vittima della censura sovietica e nel 1980 si è trasferito in Germania. Tuttora costretto a vivere a stretto
contatto con il regime vessatorio dell’Uzbekistan è invece il compositore Dimitri Yanov-Yanovsky. Alfred Schnittke è tra gli autori presentati quello che ha avuto un rapporto più conflittuale con un sistema che ha osteggiato l’affermazione dei suoi diritti: la sua Prima Sinfonia è stata messa al bando dal Sindacato dei compositori e dopo la sua astensione da un voto all’interno del Sindacato stesso nel 1980, gli è stato impedito di uscire dall’Unione Sovietica fino al 1990 quando si è trasferito ad Amburgo.
Tigran Mansurian vive in Armenia e la sua musica trae forte ispirazione dalla tradizione popolare, specialmente quella liturgica; il confronto con il sistema sovietico oppressivo della libertà artistica ne ha inevitabilmente condizionato l’esistenza.