«I sentieri sono strade appena accennate. A volte si perdono, alcuni portano in un luogo, altro sono belli anche solo da calpestare. La creatività musicale del nostro tempo è attraversata da sentieri, spesso selvaggi, inesplorati.
Ecco perché Sentieri selvaggi. Il primo germoglio di Sentieri selvaggi nasce nel 1994 a Radio Popolare, dove sono così coraggiosi (o pazzi?) da proporci la conduzione della domenica mattina con una trasmissione di musica dal vivo. Si chiama “Mattinata”, orario impossibile per esecutori, criminale per i cantanti. Studio 4, un grande mixer, il vetro e la musica dall’altra parte, un pianoforte che ci sta appena, a volte pigiati all’inverosimile, come per Histoire du soldat. La conduzione parlata è essenziale. Si forniscono scabre coordinate alla comunità in ascolto: chi pulisce casa, chi rientra dalle notti del sabato in festa, chi lavora. Partiamo dai classici ma poi inseriamo la musica contemporanea: successo inaspettato e il titolo da “Mattinata” si trasforma, per comprendere la musica fresca d’inchiostro, in “Sentieri selvaggi”.
Milano: i grandi templi della musica e la difficoltà di sentire, di suonare, ma soprattutto di proporre musica nuova. Milano diventa per noi una sfida. Ci confortano le esperienze di compositori contemporanei che creano ensemble per veicolare la propria musica, per promuovere occasioni di ascolto. Ci proviamo: 2 giugno 1997, fa caldo. L’ensemble Sentieri selvaggi debutta in concerto al teatro Porta Romana, oggi purtroppo cancellato da ruspe e cemento. Questa nuova tappa parte sotto la stella di un’intuizione raccolta dall’assessore alla Cultura della Provincia di Milano, Daniela Benelli, e ancora con la spinta di Radio Popolare. È una sfida non facile: avevamo portato i concerti in radio, adesso si tratta di portare la radio in concerto. È una sfida non facile: avevamo portato i concerti in radio, adesso si tratta di portare la radio in concerto. Non stampiamo i programmi di sala e ne prepariamo uno parlato, cercando la sintesi radiofonica come linguaggio, per accennare una direzione all’ascoltatore cui toccherà imboccare con le proprie orecchie il sentiero indicato. Ci presentiamo con Cheating, Lying, Stealing (“Mentire, ingannare, rubare”) di David Lang: un pezzo aggressivo, abrasivo, con violoncello solista e i percussionisti che picchiano duro sul metallo di due freni regalati da un meccanico.
Anche per il successivo passo è nostra partner la radio: nel 1998 incidiamo il nostro primo disco, La formula del fiore, in collaborazione con Sensible Records e Radio Popolare: la testimonianza dei brani nati per “Sentieri selvaggi” in questi anni da autori come Lang, Andriessen, Ferrero.
Dal 1998 inoltre realizziamo ogni anno a Milano un festival di musica contemporanea, che dal 2005 si trasforma in una vera e propria stagione. In questi cartelloni Sentieri selvaggi si intersecano con altri percorsi artistici: con Moni Ovadia eseguiamo finalmente dal vivo Jesus’ Blood Never Failed Me Yet di Gavin Bryars; Lella Costa e Marco Baliani sono sul palco per due melologhi; Maria Pia De Vito e cinque straordinari jazzisti italiani dialogano con il nostro ensemble; Michael Nyman scrive per noi e per Cristina Zavalloni Acts Of Beauty… e poi raccontiamo l’assurda morte di un figlio adottivo straniero sacrificato dall’idiozia delle procedure burocratiche, il rapimento Moro, la guerra in Iraq, le monache di clausura, un caso di partenogenesi, l’incontro tra Marilyn Monroe e Igor Stravinskij, la lotta di Mumia Abu Jamal… E veniamo invitati a suonare in giro per l’Italia e poi nel mondo, fino ad arrivare a New York alla Bang On A Can Marathon nel giugno 2006. Facciamo altri dischi, libri, spettacoli di teatro musicale, organizziamo masterclass, allestiamo un sito (www.sentieriselvaggi.org), sperimentiamo forme sempre nuove per proporre all’ascolto del pubblico la musica contemporanea».
tratto da Ma libera veramente: trent’anni di Radio Popolare – Voci, parole e immagini, Milano: Kowalski, 2006